La Chiesa di Bergoglio e la sfida al neoliberismo

Papa Francesco
Papa Francesco

È questo rifiuto che potrebbe dunque simboleggiare la Chiesa: ritornando alle origini, cioè all’opposizione e alla rivolta“. P. P. Pasolini, 1974

Il pontificato di Jorge Maria Bergoglio si sta distinguendo per prese di posizione sulle grandi questioni sociali del nostro tempo radicalmente alternative al pensiero unico neoliberista.  Nei suoi scritti e discorsi risaltano due aspetti: la critica ad una società economica i cui difetti più evidenti sono “ l’incapacità a provvedere alla piena occupazione e la distribuzione iniqua e arbitraria dei redditi e della ricchezza” (Keynes, General Theory, 1936) e la proposta di un suo superamento in direzione di un’economia sociale di mercato al servizio dell’uomo e del bene comune.

UN SISTEMA ECONOMICO RADICALMENTE INGIUSTO 

Per Francesco, l’attuale sistema sociale ed economico “è ingiusto alla radice” e “procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria”. Viene promossa una cultura che fa dell’esclusione e dell’indifferenza sociale il suo tratto distintivo. Un potere inedito, che non opprime più direttamente le membra più deboli del corpo sociale – anziani, giovani, donne – ma le lascia piuttosto marcire ai margini. In questa cornice, l’invito di Bergoglio è quello di far sentire, forte e chiaro, il nostro “No!” : no alla globalizzazione dell’indifferenza, no al denaro che governa invece che servire.  No a questa economia necrofila, per cui “un ribasso di due punti della borsa fa più notizia di un anziano morto assiderato per strada”.

LA DIFESA DELLO STATO DI DIRITTO SOCIALE 

Bergoglio è convinto che lo strumento più idoneo per combattere le iniquità distributive sia lo Stato di diritto sociale, in specie nelle tre voci dell’istruzione, dell’accesso alle cure e del diritto al lavoro. E’ una visione agli antipodi di quella della maggioranza dei centri studi economici e delle cancellerie internazionali, la cui Agenda di riforme prevede di sostituire il lavoro ben retribuito e tutelato con impieghi flessibili e sottopagati, appaltare al privato sanità e previdenza, appiattire l’istruzione sulla componente utilitaristica, strumentale al mercato. Nella convinzione che qualche goccia di PIL in più raggiunga anche i piani bassi, come recita la teoria della “ricaduta favorevole” (trickle-down). Secondo il Papa,  “questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante”. La crescita ha promesso pane per tutti ma finora ha dato solo pietre per i più svantaggiati. La giustizia sociale, conclude in Pontefice, esige profonde riforme che prevedano la ridistribuzione della ricchezza prodotta e una rinnovata attenzione alla “questione ecologica”.

DISOCCUPAZIONE E DIGNITA’ DEL LAVORO

Bergoglio interpreta la crescente disoccupazione europea come conseguenza di un sistema malato, incapace di creare lavoro perché costantemente a caccia di profitti a brevissimo termine.  Per il neoliberismo Il lavoro è infatti una variabile dipendente dai mercati finanziari e monetari; per la Dottrina sociale della Chiesa un veicolo di realizzazione della persona e di riconoscimento sociale. In quest’ultima accezione, una buona prestazione lavorativa non può ridursi a un mero dare per avere o per dovere, ma incorpora sempre un sovrappiù di creatività, di dono, di libertà – peculiare a ciascun individuo. Compito delle imprese è creare le condizioni affinché ciò si manifesti.

“NON CI SONO ALTERNATIVE” FALSO!

Se la teoria economica dominante rappresenta l’uomo come campione di opportunismo, la riflessione di Bergoglio – sulla scia di pensatori come Amartya Sen e Albert Hirschman – ci porta a considerare fattori che hanno un ruolo altrettanto importante degli interessi personali nel guidare le sue decisioni economiche: i codici morali e le passioni. Nell’epoca dei pensieri deboli, Egli sprona così i giovani a non scadere nel pessimismo e ad andare controcorrente, a giocare la vita per grandi ideali. “Lottate per questo, lottate. Non lasciatevi intrappolare dal vortice del pessimismo, per favore! Se ciascuno farà la propria parte, se tutti metteranno sempre al centro la persona umana, non il denaro, con la sua dignità, se si consoliderà un atteggiamento di solidarietà e condivisione fraterna, ispirato al Vangelo, si potrà uscire dalla palude di una stagione economica e lavorativa faticosa e difficile”.

Federico Stoppa

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REFERENZE BIBLIOGRAFICHE

Discorso pronunciato durante la visita a Lampedusa, 8 Luglio 2013 (link)

Evangelii Gaudium, Esortazione apostolica,  24 novembre 2013 (link)

Ai dirigenti e operai delle Acciaierie di Terni, 20 marzo 2014 (link )

Ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, 2 ottobre 2014 (link)

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2 pensieri su “La Chiesa di Bergoglio e la sfida al neoliberismo

  1. Nonostante sia agnostico, apprezzo la Chiesa Cattolica Romana, quando e’ critica verso il SISTEMA economico/finanziario. Dovrebbe nel contempo. rivedere i propri privilegi (Concordato) verso lo Stato Italiano e le altre Religioni. Articolo interessante, grazie by adam bell

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